La Terra: la Lugana

Sul Garda, a pochi passi dalle terme di Sirmione, si coltiva la vite fin dal tempo dei romani, territori impreziositi dalla presenza di un vulcano, il Molte Baldo, e da dolci colline di origine glaciale. Il Trebbiano di Lugana o Turbiana è un vitigno autoctono a bacca bianca coltivato da secoli qui nel sud del Garda. Le nostre colline moreniche sono il risultato di milioni di anni di erosione di un grande ghiacciaio che ha compresso il materiale morenico e l’ha raccolto alla sua base lasciandoci questo meraviglioso lago con un clima unico, citando Goethe “il Paese dove fioriscono i limoni”.

E’ noto che il basso Garda sia stato un territorio di frontiera segnato da grandi condottieri come Attila, una terra ricca di fortificazioni e Castelli medioevali, la terra dalle grandi battaglie d’indipendenza come quella di San Martino e Solferino. Proprio all’ombra della grande Torre di San Martino, fra Sirmione e Desenzano,  vengono prodotte le uve di Cavaliere del Garda, su un particolare terreno molto argilloso, residuo delle ultime glaciazioni, ossia la base di quello che era il ghiacciaio che formò il lago di Garda.

Dal vino Reticum che beveva Catullo al nostro Lugana c’è una storia immensa di uomini, di terra e di viti.

 

 

La Terra: la Valtenesi

La Valtenesi che da vita al groppello, vigneto principe per la produzione del nostro CHIARETTO, è un territorio ancora diverso rispetto il Lugana, pur essendo in realtà contigui l’uno all’altro. Le colline si sono formate durante le ere glaciali, quando le lingue dei ghiacciai spinsero a più riprese materiale disgregatosi dalla alpi verso la pianura. Proprio per la posizione sul fianco occidentale del ghiacciaio queste morene sono più ricche di sassi, pietre e ghiaie. Terreni più magri rispetto alla Lugana, ghiaiosi e asciutti dove gli agricoltori da sempre coltivano vite ed olivo. Qui nel 1890, il senatore del Regno Pompeo Molmenti, con l’aiuto di viticoltori francesi, affinò le conoscenze e la vinificazione delle uve autoctone. Fu il primo in Italia a codificare il procedimento produttivo del rosé, denominandolo Chiaretto. Nel 1967, la Valtenesi si è vista riconoscere per la prima volta la Denominazione di Origine Controllata.